Eh si, quando si va troppo bene c’è sempre in agguato l’infortunio.
Tutti i runners sperimentano in continuazione questa triste faccenda.
Non dovrebbe essere nulla di grave stavolta, ma non ne ho
ancora la certezza. Tutto è iniziato sabato mattina durante un lento in cui a
un certo punto ho iniziato a sentire un fastidio tra polpaccio e calcagno della
gamba sinistra. Era solo un leggero fastidio, a tratti, che avevo attribuito
alle scarpe allacciate male.
Poi domenica, verso la fine del lungo, è ritornato, ma più
in alto, ancora solo leggero fastidio. E fin qui non lo avevo considerato una
minaccia ma un semplice avvertimento del corpo, uno dei tanti che chi corre
fronteggia tutte le settimane.
Ieri poi avevo il medio, quindi un’andatura più allegra sui
4’15’’/km. Nel riscaldamento, tutto ok, primi km ok. Poi inizia il fastidio,
ancora più in alto dei giorni precedenti, ma sempre sotto i gemelli.
Questa
volta il doloretto si trasforma piano piano in qualcosa di più preoccupante,
tanto che a un certo punto stavo iniziando a pensare di fermarmi. Finisco l’allenamento,
ma tornato a casa la parte è molto indolenzita e non tornerà normale sino a ora
di pranzo.
Il dolore è all’altezza del pallino blu sulla gamba dell’ominide
in figura (sotto PT2).
Inizialmente ho temuto per una tendinite all’Achille e
quindi stavo andando in “depression mode”. Sono facilmente soggetto alle
tendiniti con cui ho convissuto anche per periodi lunghi, che non è proprio il
massimo della vita.
Poi ragionando meglio ho capito che la probabilità di una
tendinite è bassa. Questo per i seguenti motivi:
- Non ho dolore a freddo, per esempio scendendo le
scale il mattino appena sveglio;
- Il dolore compare in allenamento dopo un po’ di
tempo e non subito;
- Pizzicando con le dita l’Achille non ho dolore.
Fosse una tendinite, avrei invece male a freddo, che
potrebbe passare correndo una volta finito il riscaldamento.