Trittico di allenamenti consecutivi dal venerdì alla
domenica. Di solito è nella parte finale della settimana che faccio il
chilometraggio maggiore.
Venerdì, in
programma un lento, un po’ più
allegro, obiettivo stare sui 136 bpm per 1h20’. Mi sento bene e l’andatura non
è male, poco sopra i 5’. Continuo a stupirmi del fatto di risentire poco della
Roma-Ostia, non sono infatti molto lontano dai tempi pre gara. 18 km circa (riscaldamento compreso).
Sabato,
pianificato un lento easy, sui 128
bpm. Eccallà, diremmo a Roma! Arriva la botta, e cioè grossa difficoltà a
tenere i battiti bassi. Per farlo devo andare veramente piano, quasi a 6’!!! Mi
capita spesso il sabato di non andare, forse per l’orario diverso (esco un po’
più tardi, verso le 7.30) oppure altro. In realtà è una cosa che ancora devo
capire bene. Comunque fatti 14 km circa.
Domenica, avevo 3
ore di lento lungo a 132 bpm. Il
calo c’è, ora è ufficiale! La Roma-Ostia influisce, esattamente come mi
aspettava anche se i primi allenamenti mi avevano un po’ illuso. Vado più piano
del solito, anche se per i primi 20 km tengo una media decente, sui 5’20’’.
Dopo la seconda ora di corsa però vado in deriva cardiaca: se mantenessi la
stessa andatura, i battiti mi salirebbero parecchio. Non è un buon segno,
generalmente indica scarso allenamento. La spiegazione più probabile però
(spero!) è che sono ancora stanco dopo la gara di domenica scorsa. La giornata
è stupenda, c’è il sole, e così decido di dare ascolto al mio corpo e di
godermi il paesaggio: rallento, fino ad arrivare gli ultimi km a 6’/km. Torno a
casa dopo 35 km circa.
Dopo il trittico, la settimana dopo la gara ho comunque portato
a casa 92 km, riscaldamenti compresi. Tutti lenti, qualcuno potrebbe pensare
troppo lenti, ma più avanti spiegherò perché mi alleno così.
Per la prossima settimana, tornerò a inserire un paio di
sessioni più svelte: o due medi o un medio e un fartlek, valuterò nei prossimi
giorni.
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