Stamattina, ore 5.00 am suona la sveglia, non
ricordo nemmeno chi sono: “che caz..è? Ah già devo andare a correre, ma sono
proprio un cretino!” Mi alzo lo stesso, maledicendomi ad ogni passo al buio.
Prendo scarpette, maglietta, pantaloncini, gps.
Cinque minuti e sono pronto, ma
ancora mi sto insultando. Sono in strada, il sole sta sorgendo, è un’
“albachiara”, faccio partire la musica, come sempre random: “Fear of the dark”,Iron Maiden! (a palla, mi raccomando). Cazzo che botta, ora non mi insulto più, anzi mi piace, sto
già correndo.
Poi mi sono fermato, non avevo la testa per continuare a
impegnarmi. Difficile spiegarlo agli amici, soprattutto a quelli che corrono,
ma loro cosa ne sanno. Non lo sanno che non vivo più, figuriamoci se posso
correre. Però.
Però, anche quando non corri più, sei lo stesso un runner. Però
quando passi per le strade in cui ti allenavi, ti viene un magone, che poi si
trasforma in un sorriso. Però quando incroci uno che corre, senza volerlo stai
già pensando “beato lui”. E poi c’è tutto il mondo delle “scarpette colorate”
che ogni giorno ti cerca: la società ti convoca per la gara più importante, un
amico ti chiama per allenarsi, un altro per fare insieme la roma ostia e la
maratona.
E un giorno apri il cassetto delle scarpette e senza pensare a niente
sei già fuori a correre.
Quasi quattro mesi di stop totale, fino a
fine febbraio. Fumo anche.
La prima uscita faccio fatica a tenere i
7’/km. Ma che bello! Poi ogni giorno sempre meglio e adesso, dopo tre mesi,
sono già su ottimi livelli.
Ho ripreso? Non lo so. Ogni giorno potrei
smettere di nuovo. Ogni giorno potrei iniziare ancora. Keep running Jo!
Bentornato, Jonathan! Anche se, a dire il vero, non hai mai smesso di essere un runner...e che runner!
RispondiEliminaE' bello rileggere un tuo post.
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