La maratona non è la mia gara preferita, gli ultimi dodici
chilometri sono troppo difficili. Troppa sofferenza. Già meglio la mezza, in
cui si soffre gli ultimi cinque. Ancora meglio i 10km, solo tre chilometri
duri. Più corte non ne faccio, perché ce ne sono poche su strada e in pista
sono troppo corte.
Ecco, se devo scegliere, preferisco gare da 10km. Meno di 40
minuti e a casa.
Per questo non ho mai preparato una maratona seriamente,
cosa che richiederebbe dedicarsi solo a quello per almeno tre mesi, senza
correre, a tutta, altre gare.
D’altra parte, come potrebbe un runner allenato di Roma, non
correre la maratona
di Roma? E per di più uno che abita a un chilometro dalla linea di
partenza. Lui che la settimana prima, correndo per via dei Fori, vede montare
il palco e l’arco di arrivo. Lui che il giorno prima vede arrivare nel
quartiere, da tutto il mondo, gli altri maratoneti, con le loro scarpette
colorate e un sogno negli occhi, che solo lui sa riconoscere.
E allora, nonostante una serie di circostanze lavorative
e familiari sfavorevoli, l’ultimo giorno utile mi sono iscritto e il 7 aprile
quest’anno è solo mio, tutti gli altri vengono dopo.
Partenza ore 8.35, esco di casa già in perfetta tenuta gara
alle 7.50. Piove. Le previsioni davano qualche goccia. Invece piove per
davvero. Un chilometro di riscaldamento ed entro nella griglia, blu,
prima onda.
Obiettivo: dovrebbe essere sempre il solito,
negative split di 1 secondo. Già è difficile farlo in una gara breve,
figuriamoci in maratona. Non avesse piovuto, l’obiettivo vero sarebbe stato il
personale, perché solo un mese fa ho fatto quello in mezza e mi sento in forma.
Tanti dubbi allora, la strategia sarà di partire tenendo sotto controllo i
battiti, primi 15 km facili e poi vedere che ritmo esce.
Partiamo: supero subito i palloncini delle 3 ore. Quest’anno
ci sarebbero anche quelli delle 2h48’. Si vabbè.
Primo km in 4’04’’ nonostante i primi 300mt lenti e la
discesa del Teatro di Marcello sui sampietrini molto scivolosa.
Poi mi assesto su battiti ragionevoli e andatura sui 4’05’’/km.
Passaggio ai 5km in 20’35’’. E smette di piovere, olè. Il nuovo percorso ci fa
passare su via Cristoforo Colombo, larga e dritta ma su saliscendi. La cosa non
mi dispiace, mi sento a mio agio. Rientriamo verso il centro.
10km in 41’05’’.
Mi metto con un gruppetto che sembra avere il passo giusto per me e mi impongo
di starci fino al 15° km. Ritmo sui 4’10’’/km. Riesco a tenermi, ma al 15° non
ce la faccio più e allungo.
Inizio anche a contare i sorpassi (cui tolgo quelli che mi
superano), cosa che ultimamente mi aiuta molto in gara. Il tratto fino alla
mezza è il più veloce, poco sopra i 4’/km, con una decina di sorpassi. Passaggio in
1h26’45’’ (per una facile
previsione di tempo finale di 2h53’30’’ magari!).
Poco prima il passaggio su via della Conciliazione, correndo
verso San Pietro, che da solo vale il prezzo dell’iscrizione. Emoziona me che
lo conosco così bene, figuriamoci chi viene da fuori!
Ora l’andatura è già più impegnativa, ma non ancora
faticosa. Devo solo continuare così, facile no? No.
Da poco prima della mezza, poi il gps si disallinea completamente
con i segnali, alla fine segnerà 400mt in più. Ora io questa cosa non riesco
proprio a capirla. Dicono tutti che è normale e che sono i gps a sbagliare. Ma
possibile che succeda solo in maratona? E possibile che tutti i gps segnino di
più. Quando giro su percorso misurato, a parità di sforzo e battiti, spacco il
secondo ogni chilometro. Vabbè, tutto questo per dire che dalla metà in poi vedevo
sul gps un passo intorno ai 4’05’’-4’07’’/km, che poi scoprirò non essere
quello ufficiale.
Ai 25 l’andatura non è più agevole, ma i sorpassi continuano.
So che la verità la scoprirò dopo il 30°, come sempre in maratona.
Eccomi ai 30, 2h03’50’’ e 20 sorpassi. Ottimo nella mia testa (senza già
300mt da fare in più). Ma ora l’andatura è
pesante, inizio a contare i km che mancano, inizia la sofferenza!
In più c’è uno che ogni tanto mi supera e che poi risupero, ma ogni volta che
mi passa mette in dubbio tutte le mie certezze, la cosa mi infastidisce un po’.
Il ritmo si è alzato ma solo di pochi secondi al km, va bene così.
Per fortuna
ci sono degli amici sul percorso, che incitano. Conto poi sul pubblico quando
si rientrerà in centro. Intorno al 35°, appunto si svolta per via del corso e
si va a Piazza del popolo. È una mazzata. Perché? Perché fino all’anno scorso
questo era il passaggio ai 40 km, ora ai 35!
Vabbè, ancora 7, e ora c’è il
tifo! Anzi no. Il pubblico è scarso e moscissimo, tanti stranieri abbastanza
disinteressati. Grazie eh. Provo a gasarli un po’, ma non funziona tanto bene. E
ricomincia a
piovere, non molto, ma tanto da rendere di nuovo i sanpietrini
scivolosi. Vesciche ai piedi.
Ma sto ancora sorpassando (pur rallentando un po’), sono a
30 e il tipo che mi infastidiva rimane dietro.
Piazza di Spagna, via del Tritone, discesa, yiuppi! Un km
a 4’, l’ultimo però. Takadà per i vicoli del centro, curve sugli sci.
Improvvisamente non so nemmeno più dove siamo! Ah si, ecco piazza Navona.
Fatica durissima,
sono a tutta, ma le gambe sono finite. Rimangono solo testa, poca, e cuore. Solo
chi ha corso una maratona può capire di cosa parlo. Supero ancora, ma perdo il
conto. Ormai non importa più.
Quattro chilometri ancora. Si torna a Piazza
Venezia, per girare intorno ai Fori e uscire dietro al Colosseo. Ma questa è casa
mia, queste sono le strade in cui mi alleno, ogni passo è una
semplice ripetizione di un gesto fatto tante volte, so perfettamente quanta
altra salita viene ora, quanta discesa dopo, dove devo girare, dove sono le
buche e quanti sampietrini (scivolosi) mancano. Gli ultimi tre chilometri
potrei farli anche dormendo.
Ci sono due davanti lontanissimo, ma li vedo, loro
non sanno dove andare, non sanno quanto manca. E infatti li raggiungo, davanti
al Colosseo.
Come sarebbe bello il Colosseo se non fossi così stanco.
Discesa,
di nuovo su via dei Fori, eccolo l’arco d’arrivo. Segna 2h55’, non mi
tornano i conti, per via del disallineamento col gps, ma cosa importa.
È sempre
personale,
quasi due minuti meno del 2016!
Grandissimo PB jo. Non vengo sul blog da qualche mese e trovo questa bella novità. Io non corro da un anno e 2 mesi invece, a parte 3-4 corsette a tempo perso. Vado in mtb giusto per far qualcosa, che comunque in montagna ha il suo perché. Ciao ciao enj.
RispondiEliminaE riprendi, ormai è ora ;-)
RispondiEliminaLeggere queste pagine è sempre poesia
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