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lunedì 24 marzo 2014

3h05'22''




Nel post di presentazione avevo dichiarato che sarei stato contento sotto 3h15’ ma che l’obiettivo erano le 3h. Col senno di poi, sono contento come se avessi raggiunto l’obiettivo per i motivi che spiegherò dopo. Non mi capita sempre così: le volte che non ho raggiunto quello che mi prefissavo, mi rimaneva un certo senso d'insoddisfazione, che iniziava già durante la gara. Stavolta no, correndo percepivo chiaramente che stavo gestendo bene la situazione e che non c’erano le condizioni per fare molto meglio. Probabilmente questo mi ha evitato un bel botto nel finale.

Veniamo al lunghissimo resoconto:


Sveglia ore 5.30, collaudata colazione pre-gara (the, 4 fette biscottate e marmellata), formalità fisiologiche, vestizione. Ho appuntamento alle 7 alla fermata della metro con un gruppo di amici. La giornata non promette niente di buono, è nuvoloso e c’è vento, per il momento almeno non piove.

Arriviamo al Colosseo verso le 7.40. Noi esordienti, avevamo programmato di entrare in griglia non appena possibile (7.50) ma (primo errore) tra una battuta e l’altra, la foto di gruppo, quello che non ha fatto la pipì e così via, siamo pronti verso le 8.20. Mentre inizia a piovere, andiamo a consegnare gli zaini ai camion e, sorpresa, ci rendiamo conto che è stata messa in piedi un’organizzazione demenziale! I camion sono poco prima delle griglie, in un’area stretta davanti al Colosseo, ed è difficile individuare il proprio. Risultato una ressa pazzesca in cui è quasi impossibile muoversi. Dopo una bella faticata, cerchiamo le griglie, che ovviamente sono già piene, quindi siamo ben lontani dalla linea di partenza e non abbiamo fatto nemmeno un allungo di riscaldamento.  A dieci minuti dal via c’è uno scroscio violento di pioggia che ci inzuppa per bene, dopo il cielo si apre ed esce anche il sole.

Ci siamo, non sentiamo niente, ma vediamo che la gente davanti inizia a muoversi. Cerco di recuperare qualche posizione e dopo quasi 3’ sto per passare la linea di partenza. Qui faccio il secondo errore: nel casino, sbaglio a capire qual è il punto reale d'inizio gara e faccio partire il cronometro almeno 45’’ prima, cosa che influenzerà non poco la tattica di gara. So perfettamente che i primi km ci sarà da superare, il più in fretta possibile e che accumulerò un ritardo, che in teoria dopo dovrei recuperare. 

Primi 400 mt sopra i 6’/km! Nella discesa del Teatro di Marcello posso correre sul marciapiede e inizio ad andare. Ovunque posso sfrutto i marciapiedi passando al 1 km in 5’10’’. Primo minuto perso. Secondo chilometro, stessa tattica, favorita dal fatto che seguo un altro atleta che mi guida nel traffico. Secondo km in 4’40’’. Altri 30’’ persi. E siamo a 1'30’’ circa. 

Adesso il gruppo si è sgranato leggermente, quindi avanzo nel mucchio superando a zig zag, riuscendo a mettermi al passo che avevo programmato (4’15’’) anche leggermente più veloce. I battiti pure sono al livello che avevo ipotizzato corretto, dai 163 ai 165. 

Al 5° km il garmin segna  22’11’’, avrei già recuperato più di 30’’. Dico avrei perché in realtà il garmin ha vibrato 150 mt prima del segnale ufficiale, dove l’orologio segna in 22’50’’. Inizio a non capire: possibile che abbia proceduto così tanto a zig zag e su traiettorie più lunghe? Oppure il garmin non ha preso bene i satelliti? Boh! Sul segnale ufficiale avrei così ancora il minuto e mezzo da recuperare. 

Proseguo mantenendo i 4'15’’/km perché sento che andare più forte così presto sarebbe pericoloso. Ora addirittura ho caldo e rimpiango di avere messo una maglietta tecnica maniche corte sotto la canotta. 

Dal 5° km al 15° attraverso una fase che definirei di “noia”, non trovo uno stimolo agonistico vero e proprio. Devo semplicemente andare a 4’15’’, cosa che non mi costa fatica, e quindi ho tempo di pensare troppo. Mi ricordo del fastidio all’articolazione femore-bacino. Sta lì, ma finora non mi aveva infastidito più di tanto, ma si sa che pensandoci il fastidio si amplifica. Poi penso di avere troppo caldo, devo pure spugnarmi. Mi partono altri piccoli fastidi a ginocchia e piedi. 

Poco prima del 10° km, inizio ad applicare la strategia alimentare! E si signora, mica si affronta una maratona senza alimentarsi! Strategia molto “artigianale”, nel senso che mi sono portato un sacchetto di miele da 100 gr con l’idea di ciucciarne un po’ ogni 10km, bevendo al rifornimento per pulire la bocca. 

I secondi e terzi 5km vanno via perfettamente in linea, split di 21’10’’ e 21’14’’ rispettivamente. Solito problema che al segnale ufficiale ho 45’’ in più…Al 15° km finisce la fase di noia, perché in lontananza vedo dei palloncini e finalmente ritrovo lo stimolo agonistico. Li prendo in fretta, e scopro con sorpresa che sono quelli delle 3h15’. Subito dopo raggiungo e scambio quattro chiacchiere con uno dei miei amici. Gli chiedo a che passo sta andando e mi dice che se continuerà così finirà in 3h05’ (in realtà arriverà in 3h14’, a dimostrazione della conclusione del racconto). La cosa mi motiva, visto che posso andare più forte, lo saluto e accelero. 

Il cielo è di nuovo coperto e non fa più caldo, ancora bene i 5km che arrivano al 20°, split di 21’10’’, ciucciata al miele, sorso d’acqua e sono alla mezza. Passaggio sul segnale ufficiale in 1’31’33’’, il tempo del garmin ovviamente non ce l’ho (perché mi dà i km interi). A questo punto faccio il seguente ragionamento: ho ancora 1'30’’ da recuperare (quelli della partenza) dovrei fare un negative split sostanzioso. Non credo di avere tutta questa energia, quindi continuo con questo passo ancora almeno 10 km, poi se ne ho ancora, ci provo. In realtà, scoprirò poi sul sito TDS che ho passato la mezza in 1h30’53’’! Avevo da recuperare “solo” 53’’. Credo, conoscendomi, che se non avessi fatto casino con l’orologio, la strategia sarebbe stata: 53’’ su 21 km, sono 2’’/km, basta che prosegua a 4’13’’/km ed è fatta, quindi avrei leggermente accelerato. Non ho la sfera di cristallo per sapere come sarebbe andata, ma visto come finirò la gara, qualche sospetto ce l’ho, sarei finito contro un muro! 

I 5km che finiscono al 25° in 21’10’’, tutto bene. Continuo a superare un mucchio di persone senza che quasi nessuno mi passi, anche se ormai siamo in fila indiana e c’è spazio tra un gruppetto e l’altro. Inizia a piovere di nuovo e arriva anche uno scroscio molto violento. Ora sono molto contento di aver messo la maglietta sotto la canotta, sono furbo io! Siamo al 28° km, inizia la salita della moschea, una delle due impegnative della maratona. Vado su fino ad arrivare a 165 bpm e poi cerco di mantenere il battito. In salita avverto il dolore all’articolazione, ma per fortuna scollino in fretta. 

Ciucciata al miele, discesa fino all’auditorium, sorso d’acqua e sono al 30°. Ultimi 5k in 21’46’’. Ho perso qualcosa, ma ci sono stati salita e ristoro. Al segnale ufficiale ora avrei 2’ di svantaggio sulla tabella 3h (in realtà per il solito errore erano 1’15’’, ancora forse recuperabili) e non ho certo la freschezza necessaria a mettermi a 4’05’’/km. Abbandono così definitivamente l’idea 3h e decido di mantenere il passo. Non so se è stato proprio l’aver mollato l’idea 3h oppure una cosa che sarebbe successa lo stesso, ma dal 31° km a parità di sforzo, inizio a vedere sul garmin tempi più alti, intorno ai 4’25’’-4’30’’. Iniziano pure a ri-superarmi alcuni atleti che avevo passato in precedenza. Mi preoccupo un po’, perché mancano ancora 12km! So però che quando rientreremo in centro, non mancherà molto e quindi stringo i denti e cerco di non mollare. 

E’ il momento più difficile della gara, siamo sul lungotevere e non c’è quasi nessuno oltre noi. Mi accodo a due runner che mi hanno appena ri-passato e cerco di tenere il loro passo. Al 35° km finiscono i 5 km più lenti della gara, 22’40’’ e se continuassi in declino metterei a rischio anche le 3h15’! Arrivati al sottopassaggio che porta a via di Ripetta, dove è appostato un bel gruppo di perone a tifare, però succede il “miracolo”

Tutto nasce dal fatto che uno dei due atleti che sto seguendo, va più facile dell’altro (probabilmente lo accompagna) e alza le braccia al cielo invitando la gente ad applaudire. E la gente applaude e grida che sembra di stare allo stadio! La cosa mi piace! Mi dà forse lo stimolo che avevo perduto rinunciando alle 3h e quindi, galvanizzato, accelero e supero la coppia che mi precede e tanti altri. Appena l’effetto tifo svanisce però, rallento di nuovo e mi ripassano. 

Siamo a Piazza Navona, nonostante il brutto tempo c’è tantissima gente, il mio “amico” fa ripartire l’applauso e riparto pure io. Capisco che per fare gli ultimi 7 km, che a quel punto mi sembrano tantissimi, devo ricreare l’effetto tifo. Arrivo a L.go Argentina, che è strapiena di tifosi, a quel punto caccio un urlo, “dai”, e parte un tifo esagerato con la gente che incita e mi chiama per nome (che sta scritto sul pettorale, ovviamente, mica mi conoscono). Supero a razzo chi mi precede, compreso uno vestito da Flash, che in quel momento per me è proprio Flash e pure io un supereroe.   

Sono in trance agonistica, non guardo più l’orologio da tempo e a ogni crocchio di tifosi ripeto “l’urlo”, che a volte diventa un “non vi sento”, accompagnato da gesti eloquenti, e vi lascio immaginare l’effetto. Mi faccio tutta via del Corso così, e vedrò dopo sul pc , battiti a 170 (come in mezza!) e andatura tornata sui 4’15’’ nei momenti di euforia. Piazza del Popolo, mancano meno di 3 km, ma mi sembrano ancora troppi. Vedo l’ingresso del tunnel di via Milano lontanissimo e so che dopo quello è praticamente finita. 

Ultimi 5k fino al 40° in 21’46’’ (effetto gasamento). Proseguo accelerando e rallentando a forza di urla e gesti e inizio l’ultima fatica, la salita del tunnel. E’ veramente tosta, di per sé non è il mortirolo, ma dopo 41km è una mazzata alle gambe. Supero tantissimi che camminano (e se stavano davanti vuol dire che viaggiavano sulle 3h, mica atleti non preparati, forse è il mitologico muro), ma esco dal tunnel al rallentatore. Via Nazionale (non era discesa?), corsa completamente scomposta, le gambe due tronchi. 

Ecco adesso è la discesa finale, praticamente rotolo trattenendo in gola l’urlo finale, quello che trasformerà in bolgia Piazza Venezia, che equivale nella mia testa in preda all’esaltazione all’entrata nello stadio del primo atleta (che sarei io) alle olimpiadi. In realtà mi sa che mi sono gasato un po’ troppo (non mi era mai successo in altre gare) e a Piazza Venezia erano già passati un 500 atleti ben più valenti e prestanti di me, cosicché all’urlo baritonale, c’è una risposta leggermente più contenuta di quella che mi aspettavo! Ultimo sforzo e sono sotto il traguardo. Il garmin segna poco più di 3h06’, ma poi scoprirò l’errore dello start e che TDS mi accredita un bellissimo 3h05’22’’.

Ultimo fatto notevole di questo lunghissimo racconto. Appena smesso di correre, finita la trance agonistica, non riesco nemmeno a camminare, cioè non mi muovo più nel senso letterale del termine, i muscoli si rifiutano. Mi piego in due, perché ho pure dolore forte ai lombari e arriva l’assistenza sanitaria. Ma io sto benissimo, solo che non riesco a camminare! Un passetto alla volta riprendo l’abbrivio, ma a percorrere via dei Fori fino al camion stabilisco credo il tempo più alto tra tutti i quasi 15.000 arrivati, qualcosa vicino a 30’!

All’analisi “tecnica” della gara penserò a mente fredda nei prossimi giorni, anche se un’idea me la sono già fatta. Sicuramente non era gara da tempo: tutti quelli che conosco, e anche i primi, non hanno fatto negative-split e hanno sofferto molto il finale. Le condizioni meteo non hanno consentito prestazioni ottimali.

3 commenti:

  1. Tempo eccezionale e racconto bellissimo... COMPLIMENTI!

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  2. Grazie Andrea! La maratona dà talmente tante emozioni che è impossibile non scrivere troppo! Con tutte le cose che non ho scritto potrei farci un libro!

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