La storia della mia breve avventura podistica è arrivata
alla fine del secondo anno di gare, in cui ho già ottenuto risultati molto soddisfacenti
nei 10.000 e in mezza.
A gennaio ho avuto un bel picco di forma, poi un leggero
calo che però non mi ha impedito di ottenere anche il PB in mezza a inizio
marzo.
A questo punto a Roma ci sarebbe la maratona! Ma io, pur
sperando inconsciamente, e senza mai pensarci seriamente, che un giorno possa
partecipare dignitosamente, programmo altri obiettivi. Nell’ordine, da leggere
con inflessione fantozziana:
- Vola Ciampino, 10 km quasi piatti, a fine Marzo;
- La “mia” Appia Run di fine Aprile.
Ho solo tre settimane tra la Roma Ostia e la Vola
Ciampino per cui vado per una settimana di scarico (solo lenti) e due settimane
di preparazione “solita” per la 10 km. Farò così solo due lavori veri,
un 8x1000 e un 12x400. Il primo, 10 giorni dopo la mezza, lo buco
clamorosamente (dopo 4 ripetute ridicole, me ne torno a casa). Il secondo mi
viene abbastanza bene: 3’45’’ i 400, con 1’ di recupero a ritmo 5’/km.
Fine marzo, Vola Ciampino. Si corre in un paese ai piedi dei
Castelli Romani, in realtà molto vicino al mio quartiere. Non ci sono salite
importanti, ma nemmeno un metro di pianura, perché il percorso è tutto un
falsopiano, con ultimi 2 km in salita. Il periodo poi può essere “pericoloso”
per il caldo. E infatti, complice il cambio di orario e la partenza alle 10.00,
la temperatura oltre i 20° non è ideale per una gara.
Prima della partenza, minuto di raccoglimento in memoria
di Pietro Mennea che ci ha lasciati da poco. Momenti commoventi davvero. Ma poi
appena partiti non c’è più il tempo per non pensare ad altro che a non cadere,
come sempre. Punto al personale, ovviamente, e all’inizio il passo è buono sui
3’50’’-3’55’’.
Però fa caldo, ho addirittura bisogno di cercare l’ombra.
Passo ai 5 km in vantaggio sul PB, e inizio a sperare. Peraltro, mi tallona un
tipo di cui vedo solo le scarpe blu che ansima da morire e a tratti si dà la
carica urlando. Molto fastidioso. Eccomi a due km dalla fine, inizia il ritorno
in salita verso il traguardo. Sono ancora sotto il PB, ma solo di una ventina
di secondi e ho già dato quasi tutto. Stringo i denti, soffro come poche altre
volte mi era capitato e ci sono.
Tempo finale 38’28’’,
ma pure qui il gps mi dice che è più corta (diciamo che lo sono tutte! Gli
organizzatori ci tengono a richiamare più gente possibile anche sottolineando
la velocità del percorso, che però poi è più corto…).
Proiezione ai 10.000 quindi 38’56’’, nuovo PB per un solo
secondo! 162° su 1934 arrivati, quindi 84° percentile, leggermente peggio che
alla precedente 10 km di gennaio. Ho la scusa che faceva caldino, però eh! Seconda
volta sotto i 39’.
Pur essendomi divertito e avendo corso bene,
inconsciamente non
sono del tutto soddisfatto. E certo, finora ero stato abituato bene,
a ogni gara personali con miglioramenti misurabili in minuti, questa volta “solo”
un secondo!
È già da tempo che sto pensando di cambiare tipologia di allenamento e avevo rimandato sempre per due motivi: a) stavo
continuando a migliorare (squadra che vince non si tocca); b) ero in piena
stagione agonistica, con gare molto vicine tra loro, impossibile programmare.
Venuto meno il punto (a) e poiché le gare importanti
stanno finendo, inizio a buttare giù un nuovo sistema di allenamento. Poi ci si
metterà anche il caso a giocare a favore di questa svolta.
Ma andiamo con ordine. Questo post è già troppo lungo,
quindi dell’Appia Run 2013 e delle successive vicende racconterò nel prossimo
post “storico”.
Ottimo, Jonathan! Tempi e prestazioni sempre più ragguardevoli, ottenuti su percorsi non piatti e condizioni metereologiche tutt'altro che favorevoli... chiudere con questi tempi è indice di grande atleta! E qualcosa mi dice che siamo solo agli inizi...
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