Un bel titolo sexy, ma cosa significa?
Si tratta di una
discussione apparsa tempo fa sul runningforum proprio con questo oggetto, che
mi ha fatto riflettere su quanta confusione ci sia in tema allenamento e con
quanta poca conoscenza ci si lanci in piani di lavoro trovati in rete.
La parola “ripetute”, poi, è comunemente associata a
qualcosa di faticoso, molti ne sono terrorizzati, tanto da evitare proprio i
piani che le contengono.
Ma andiamo con ordine, partendo dalla discussione “2k a 400 mt
alternati”.
Colui che l’ha creata dice di aver trovato questo
allenamento su un sito per la preparazione della maratona. L’allenamento
consisterebbe in 400mt a VR-10 poi 400mt a CL, 400 mt a VR-10, 400 mt a CL e
400 mt a VR-10 (quindi 5 volte i 400 mt alternando un passo veloce e uno lento).
Recupero 3 minuti e poi un’altra serie da 5 volte 400 mt (come sopra), altri 3
minuti di recupero e ultima serie dei 400mt.
La domanda posta dall’utente è: ho capito bene? È vero
che serve?
Vediamo le risposte.
Dopo qualche contro-domanda per capire meglio, uno dei
moderatori risponde “boh, mi sembra senza senso, allora meglio una bella sessione
di ripetute brevi, io faccio 10x500”. Poi aggiunge “ripetute brevi pasticciate
le chiamerei, in ottica maratona c’entra come i cavoli a merenda”. Pochi altri
commenti di fatto concordano.
Domando io: “e perché”? In base a quali considerazioni?
Una risposta di questo tipo mi fa capire che non si ha la minima idea dell’uso delle
ripetute (con tutto il rispetto per il moderatore in questione).
Dico subito quello che penso: questo allenamento ha
senso, anche per la maratona, per un runner di tipo “maratoneta”, non va
assolutamente fatto, invece, per un runner di tipo “sprinter”.
È proprio il concetto della parola “ripetute” che non è chiaro per
niente. Non vuol dire “andare a palla fino a sfinirsi”, non è questo
il senso. Si dividono gli allenamenti in tanti pezzi (le ripetute) per fare in
modo di correre per più tempo a un certo ritmo, rallentando tra i tratti
veloci.
Facciamo un esempio: quando si è pronti per una maratona,
un allenamento fattibile è 20km a ritmo maratona. Ma quando si inizia la preparazione,
molti mesi prima, non si è ancora in grado di fare un allenamento di questo
tipo. Ci si deve arrivare per gradi. Si potrebbe pensare: inizio a fare il
pezzo più lungo che riesco e poi nel tempo aggiungo km. Tipo, la prima volta
faccio 8km a ritmo maratona.
Si può fare di meglio: se si è in grado di fare 8km a RMa
(ma non di più), probabilmente si è anche in grado di fare 2x5000 o anche
3x4000 a RMa. Recuperando tra le ripetute, cioè, si riesce a durare di più e
quindi a fare un allenamento più proficuo. Questo è l’unico senso delle
ripetute. Durare
di più a un certo ritmo. Ma il ritmo può essere anche non esagerato,
tipo il ritmo maratona, non è detto che si debba correre necessariamente a
3’/km.
Ora che uso si può fare delle ripetute? Risposta: qualsiasi!
Si possono
allenare tutte le componenti: soglia aerobica, soglia anaerobica,
VO2max e sistema anaerobico, fibre lente e veloci (IIa e IIb), tutto. Dipende
in particolare dal ritmo scelto.
Esempi:
a) voglio allenare il sistema anaerobico: ripetute brevi,
ritmo molto alto, almeno quello dei 1500 (per esempio per chi corre i 10km in
40’, ritmo da tenere 3’30’’-3’35’’) . Recupero, dipende dal tipo di runner, per
lo “sprinter” impegnativo, per il “maratoneta”, anche al passo.
b) obiettivo soglia anaerobica? Ripetute lunghe (10-15
minuti, anche 20), non molte, diciamo 3 o anche 2. Ritmo più lento (ma non
molto) di quello della soglia anaerobica (per esempio per chi corre i 10km in
40’, ritmo da tenere 4’15’’-4’20’’). Recupero, jogging 3-4 minuti.
c) obiettivo ottimizzare il sistema aerobico in vista di
una maratona? Ripetute ancora più lunghe ma leggermente più lente del ritmo
maratona (salto l’esempio, ormai il concetto dovrebbe essere chiaro).
Come vedete si spazia da ritmi molto impegnativi ad
andature anche piuttosto facili. E sono sempre ripetute. Tutto dipende da qual è l’obiettivo,
qual è la componente che si vuole allenare per la specifica gara per lo specifico atleta.
E torniamo al complicatissimo 3x2 km a ritmo alternato. A cosa serve?
Guardiamo il ritmo: VR-10, se intendo bene, è un
ritmo gara 5000, quindi sopra soglia anaerobica, ma non troppo. La componente
maggiormente toccata da questo ritmo è aerobica, in particolare il VO2max,
qualcuno la chiama potenza aerobica. Cioè si cerca di ottimizzare l’abilità di
sfruttare a pieno il sistema aerobico. Fibre allenate soprattutto lente e
veloci in modo aerobico però. Poi ovviamente è coinvolto anche il sistema
anaerobico ma non troppo.
Recupero: si dice corsa lenta. E qui si apre il
solito mondo (vedi per esempio qui). Cosa s’intenda per CL non è spiegato.
Facciamo noi due ipotesi. Corsa lenta come ritmo gara 10km più 40 secondi.
Recupero impegnativo. Allenamento indicato per un runner di tipo “sprinter”,
che non deve recuperare del tutto tra una ripetuta e l’altra. Se invece fosse
corsa lenta intesa come jogging, allora
l’allenamento sarebbe rivolto a un runner di tipo “maratoneta” che deve
recuperare bene per poter raggiungere la giusta velocità anche nella prossima
ripetuta.
Tutto ciò serve per la maratona: ho già detto di si,
prima, ma solo per un runner di tipo “maratoneta” che deve essere in forma
anche per le gare minori il giorno della maratona. Al contrario, il runner “sprinter”
non deve toccare il motore anaerobico i giorni prima della maratona, rischio “muro”.
Chiaro il concetto? Le ripetute non devono far paura, anzi sono uno degli
strumenti più utili per l’allenamento dell’atleta.
Ineccepibile, Jonathan! Hai spiegato in maniera esaustiva e dettagliata il concetto, chiunque abbia letto non credo possa temere ancora lo spauracchio ripetute. Ottimo post!
RispondiEliminaIo penso che gli atleti lenti possano anche fare a meno delle ripetute...
RispondiEliminaCiao Jonathan, chiariscimi solo cosa intendi x runner "sprinter", chi fa le gare brevi oppure fino alla mezza, in quale gruppo rientrano?
RispondiEliminaGrazie. Franca
Ciao Franca,
RispondiEliminaci sono due tipologie estreme di runner: sprinter e maratoneta. I primi sono molto più dotati dei secondi di fibre veloci e quindi molto più portati alla velocità. I secondi hanno meno fibre veloci dei primi ma più fibre lente e quindi sono più portati alla distanza.
Ovviamente tra i due estremi c'è tutto il mondo, c'è chi tende verso uno dei due lati e chi sta proprio nel mezzo.
Di per sé la cosa non è decisiva: uno sprinter può anche decidere di dedicarsi alle distanze lunghe (magari è masochista).
La cosa fondamentale è che le due tipologie di runner per raggiungere lo stesso obiettivo (per es. una mezza) devono allenarsi in modo differente, proprio perché sono diversi tra loro.