Ancora una gara, la “Corsa di Miguel”, classica romana,
che quest’anno ha avuto 5000 iscritti alla competitiva.
Negli anni passati è
sempre stata una gara veloce, dal percorso piatto e scorrevole, ma non l’avevo mai corsa perché, dai racconti degli amici, l’organizzazione
mi sembrava approssimativa. Soprattutto nella gestione della partenza, con le
onde fatte in base al tempo dell’anno precedente nella stessa gara (quindi il
primo anno, in coda). Quest’anno si dichiarava invece una gestione innovativa
delle onde fatta in base ai tempi ottenuti nell’ultimo anno. E mi sono iscritto
per riprovare a sfruttare l’ottimo periodo di forma.
E qui iniziano gli eventi avversi: crolla mezzo palazzo lungo il
percorso. La corsa si fa lo stesso, ma su tracciato non più scorrevole e più
corto, 9.3 km! Ma almeno con arrivo all’Olimpico (wow!).
Poi mi assegnano il pettorale: 4650, terza onda. Ah il
metodo innovativo! Scrivo loro comunicando i miei tempi e per fortuna dopo
qualche giorno mi sistemano nella fascia dei top runner (che fa molto fico ;-).
Arriva il giorno della gara e piove a tratti, giusto per
bagnare la strada. Insomma per diversi motivi, rinuncio all’idea di ritmo da personal best e vado alo Foro Italico solo per fare una buona
gara e godermi l’arrivo all’Olimpico.
Arrivo pure tardi, passo troppo tempo a farmi i selfie
con un amico dentro lo stadio olimpico e quindi arrivo alla partenza che manca
già poco. Per fortuna, come detto, sono proprio davanti a tutti, quindi riesco
a scaldarmi dieci minuti.
Dei soliti noti, vedo solo il Nero, ma stavolta
decido che non lo seguirò proprio, ma inizierò la gara solo a sensazione: “impegnata
ma facile”!
-5,-4…via! Come
sempre i primi 200 mt bado solo a non cadere, prima curva a 90 gradi e posso
iniziare la gestione. Guardo un attimo il gps, 3’45’’…e qui sta per partire il
solito riflesso condizionato di aumentare il ritmo.
Stavolta però riesco
a dominarmi, accelero poco poco e poi mi rimetto in
modilità “easy” (per modo
di dire). Questo è l'importanza di gareggiare con regolarità.
Senza troppe pretese, al 1° km guardo il tempo e….3’32’’!!! Allora
non prendeva, prima! Devo rallentare un po’. Mi viene facile.
2° in 3’35’’,
nonostante non forzi minimamente. E allora capisco che la giornata è buona, però cerco
di mantenere la facilità con cui ho iniziato.
In alcuni punti si scivola, Ponte
Milvio sui san pietrini in particolare.
3’38 e 3’37 altri due buoni km. Siamo sulla ciclabile del
lungo Tevere quando mi compare davanti il “nero”. Senza forzare troppo, lo
prendo e lo passo, altro buon segno.
Passagio al 5° km, 18’06’’, ottimo, pure
troppo!
Ancora non soffro, lo capisco perché, se voglio passare qualcuno per
fare meglio una curva, riesco facilmente. Rientriamo al Foro, curve continue
anche troppo strette, sesto e settimo km passano ancora bene in controllo sui 3’39’’.
E ora la fatica si inizia a sentire, ma ormai mancano solo due km.
Mi si
affianca uno che ansima molto, io pure ho la respirazione affannata, ma molto,
molto meno. Il classico esempio di chi corre basandosi più sul sistema
anaerobico. Facciamo la stessa velocità, ma lui fatica molto i più! Potrei, se
volessi, tirare alla morte anch’io, ma perché? Mi sto divertendo così, sto per
entrare allo stadio, probabilmente correrò ancora in futuro, chi me lo fa fare?
Continuo, così, allora ed eccoci sotto la curva sud, dove c’è il tunnel che
porta in pista.
Ora è godimento puro, la fatica scompare, i passi sulla
moquette sono silenziosi, ecco la luce e gli spalti, la curva sud (vuota,
vabbè). Quante partite, quanti golden gala e quanti concerti vissuti dagli
spalti! Ma oggi sono dentro, da protagonista!
33’19’’ il tempo finale, la
distanza dichiarata è 9,3 km, il gps mi dà 9,2 km, il gmap-pedometer dice 9,17.
Anche nella peggiore delle ipotesi, si tratta di personal best, ampiamente sotto i 3’40’’/km,
proiezione sui 10km di un 36 basso.
122° di 4.798 arrivati, 97,5° percentile. Soddisfatto, è dire
poco!
Boh... incredibile!!! Ho dovuto rileggere due volte, tempo pazzesco, prestazione grandiosa: tantissimi complimenti, Jonathan!
RispondiEliminaGrazie Andrea, sempre troppo buono
RispondiEliminaComplimenti!! Questa prestazione è la dimostrazione della bontà del tuo metodo di allenamento! Dovresti scrivere un libro a tal proposito
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