Lungotevere Flaminio, quasi 35° km.
Renzo mi segue in
bicicletta incitandomi di continuo ormai da parecchi chilometri. Vede che non
vado facile, ho il volto sofferente. Per farmi coraggio si avvicina e mi dice:
“lo vedi quello lì davanti (una trentina di mt, ndj)? Ha lo stesso tuo ritmo,
stagli vicino e continua così”.
Io lo guardo e con un sorriso strano gli
faccio: “lo vedi quello lì davanti? Gli do un minuto!”. Renzo mi guarda molto
perplesso, non capisce, forse pensa di non aver sentito bene.
Lui non lo sa
ancora che al 35° inizia lo show! Io
ci penso invece già da 5 km, da quando ho capito che oggi non sarà come l’altra
volta in cui non ne avevo. Oggi ci sono, e voglio scaricare sulla strada tutta
la rabbia di questo periodo.
Passiamo al 35°, 2h27’ e spicci (sul gps molto
meno), ho 1’30’’ circa di vantaggio sulle 3h finali, lo dico a Renzo. Lui
risponde: ”va bene così, ora amministriamo”.
Stiamo rientrando in centro,
iniziano a vedersi gruppetti di gente a guardare e tifare. Caccio un urlo:
“dai col tifo, non si sente niente”. La gente, divertita, tifa e urla il mio
nome. E io, come l’altra volta, rilancio l’andatura.
“Quello lì davanti”, lo
prendo in pochi secondi e lo lascio lì. Renzo è sbigottito. Si riavvicina e mi
fa: “ora però stai tranquillo, da adesso in poi la crisi può arrivare in
qualsiasi momento”.
Io lo riguardo, non posso dirgli nulla ora, ho il fiatone
per l’allungo”. Appena mi riprendo, vicino a un altro gruppetto, via con un
altro urlo e di nuovo allungo, superando atleti esterrefatti.
Ora Renzo ha
capito, e si esalta pure lui. “Vai, vai a prendere anche quelli”. Continuo
così, tra un urlo e un allungo. La velocità media sale, sono vicino ai 4’/km.
Anzi, un paio di volte vedo il 3 alla fine del km.
Sono su via del Corso, in
piena trance agonistica. Ho gli occhi della tigre, viaggio sulle pulsazioni
della mezza, anche se mancano ancora 3 km, con anche la salita del traforo. C’è
davanti un gruppetto, tra cui uno che conosco, che in mezza va tranquillamente
a 1h17’. E allora che faccio? Un urlo, e gli sono sotto, li passo.
Ora ho un
buco davanti, saranno 50 mt senza nessuno. Renzo è fuori di sé, chiama un altro
scatto. E io scatto
ancora, chiudo il buco in poco tempo, giro su Piazza del Popolo e
inizio la risalita verso il traforo. Piazza di Spagna, 40° km, 2h47’37’’.
2’30’’ di vantaggio sulle 3h!
Inizio a capire che sto facendo l’impresa (per il mio piccolo, ovvio), però manca la salita
finale. Supero ancora, perdo solo una ventina di secondi e ora sono su via
Nazionale, discesa quasi fino al traguardo.
Renzo mi fa: “ora non spingere in
discesa, sennò rischi i crampi”. Ma subito dopo: “oh, lo vedi quello laggiù e
il primo della nostra società, vallo a prendere”. È uno che vale 34’ su 10km,
1h15’ in mezza. Renzo lo sa, ma mi fa, con un sorriso che la dice tutta:
“questo non è un 10mila, questa è la maratona. Vallo a prendere”.
E io vado,
discesa a palla, urlo a P.za Venezia e lo passo proprio poco prima del
traguardo. 2h56’58’’.
Incredibile, non ci avrei scommesso un centesimo.
Avevo iniziato la gara con
Roberto, un altro amico della mia società. Qualche giorno fa mi aveva detto che
avrebbe tentato le 3h. Il mio obiettivo invece era quello di fare una gara di
buon senso, cercando un negative split.
Quindi sarei partito tenendo
una frequenza cardiaca controllata, su un livello che sapevo sostenibile,
qualunque ritmo fosse venuto. Ci siamo incontrati in griglia e ovviamente siamo
partiti insieme. Ora la fortuna è stata che andando con Roberto, la FC fosse
proprio al posto giusto!
Primi km sui 4’10’’-4’15’’, con già evidente
disallineamento tra gps e segnali dei km a bordo strada (su questo dovrò
ritornare, perché davvero non mi torna). Passaggio al 5° in
21’06’’, preciso sulle 3h. Vediamo in lontananza (circa 200mt) i palloncini
delle 3h, che sono partiti nella prima griglia, quindi un 50’’ prima di noi. A
questo punto Roberto aumenta leggermente il ritmo, per andare a prenderli
lentamente. Io sarei stato dove stavamo, però mi fido di lui.
Passiamo al 10°
km in 41’44’’! 45’’ di vantaggio
sulle 3h. Sono un po’ preoccupato anche se la corsa mi viene facile e
ancora si scherza e si ride.
15° in
1h02’45’’, un minuto di vantaggio. Nel frattempo ci si è affiancato Renzo, un altro
amico mio e di Roberto. È il migliore di noi, ma si è infortunato. Malato di
corsa e soprattutto di maratona di Roma almeno quanto noi, non ha resistito a
partecipare in qualche modo. Da subito ci inizia a dire di stare tranquilli,
che la corsa è lunga, che la maratona inizia al 32°.
Alla mezza, 1h28’40’’, prendiamo i palloncini
delle 3h e abbiamo 1’20’’ di vantaggio sulla per me insperata tabella di marcia
delle 3h. Prendo il primo sorso d’acqua (e quasi mi strozzo, non essendo
abituato a bere di corsa), un altro lo prenderò al 30°, per il resto non assumerò
niente per integrare. Ogni tanto mi spugnerò, ma visto il clima ideale forse non sarebbe nemmeno servito.
La giornata
infatti è incredibilmente perfetta, considerato il periodo, per gareggiare: temperatura
su 13-15°, umidità bassa, vento fresco e sole pieno, che dà una luce
bellissima a tutta Roma.
Dietro i palloncini delle 3h c’è un bel gruppo di atleti
e si sta anche un po’ stretti. “Che dici ci mettiamo davanti?” faccio a
Roberto, ma lui, esperto molto più di me, mi dice che è troppo presto. Renzo
conferma dalla bici.
Quindi al 25° manteniamo il minuto e 20’’ di vantaggio
sulla tabella, rallentando leggermente. Sarà forse la modifica del passo, sarà
che i km alle spalle sono già tanti, che accuso una piccola crisi. La corsa non mi viene
più facile come prima e avverto dei dolorini alla parte alta dei quadricipiti.
Non sarebbe niente di preoccupante, fossimo verso la fine, ma mancano ancora
quasi 20 km! Mi preoccupo e perdo leggermente contatto da Roberto, che
invece vedo andare molto facilmente con i pacemaker.
Renzo dopo un po’ mi si
affianca e cerca di confortarmi, capisce che sono in difficoltà, soprattutto
psicologica. Eccoci la 28°, qui c’è la prima salita, quella della moschea. La
conosco bene, anche perché ci ho gareggiato a novembre alla Run for Autism.
Sono circa 700mt ma la pendenza non è impossibile.
Appena iniziamo a salire, forse proprio per
il cambio di postura, ritrovo la facilità di corsa e riprendo Roberto.
Il pensiero adesso va alla
discesa successiva, alla fine della quale la scorsa volta andai in crisi e
alzai notevolmente il ritmo. So che lì capirò cosa succederà negli ultimi 10km,
se sarà una giornata da ricordare o un’altra sofferenza. Lo so, e io voglio che
sia una giornata memorabile e
quindi non voglio avere paura. Io voglio che questa sia una giornata memorabile
e questo dipende solo da me, la vita almeno questo non me lo può togliere.
E allora via la
paura, aumento il ritmo e vado a prendere i palloncini delle 3h.
Roberto, saggiamente non mi segue, Renzo mi dice di aspettare. Ma loro non lo
sanno quello che ho dentro.
Inizia la discesa verso il villaggio olimpico, è
corta e pendente. Lascio andare le gambe e d’inerzia supero i palloncini delle 3h! 30° km,
2h06’17’’, vantaggio sulle 3h immutato. Ma la notizia è che mi sento bene e i 12km che mancano non mi fanno paura. Accelero
anche e stacco i palloncini.
Arriva Renzo, gli chiedo dov’è Roberto e se devo
aspettarlo. “Vai, vai. In gara non si aspetta nessuno. Roberto fa la sua corsa,
non ti preoccupare”, mi risponde.
E io vado. Inizio a superare chi mi è
davanti, al 32° sto ancora bene, mi trattengo ancora. Fino al 35° mi dico, poi inizierà lo show!
2h56’58’’, PB di quasi nove minuti. 193° assoluto su
13.884 arrivati, 98.6°percentile! 1° di società. Negative split di 20’’. Dal 35°
al 40° km in 20’26’’ (sul gps meglio) e 70 posizioni recuperate. Tutto converge
verso la
consapevolezza che questa sia stata la mia miglior gara di sempre,
chissà forse, per tanti motivi, addirittura irripetibile.
Fantastico, strepitoso, disumano!
RispondiEliminaPrestazione stratosferica, PB eccezionale e immensa soddisfazione strameritata... Complimenti, Jonathan, sei una Atleta fortissimo!
Complimenti
RispondiEliminaa sto giro tocca farteli anche qui i complimenti sei stato grandissimo, poi magari quando smetti ti ricicli come scrittore :D
RispondiEliminaluirt
Quale miglior dimostrazione della bontà del tuo sistema di allenamento?
RispondiEliminaEmozionante racconto.
Complimenti,ragazzo!
Raffaele
Grande Jo!! Complimenti per la prestazione e per le emozioni che ci hai trasmesso.
RispondiEliminaZecca
Grande Jo!! Complimenti per la prestazione e per le emozioni che ci hai trasmesso.
RispondiEliminaZecca
Grande Jonathan. Adrenalina pura.
RispondiEliminaR.C.
Grazie a tutti.
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