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martedì 28 giugno 2016

Dopo la maratona



Metà aprile, dopo aver corso la maratona e aver cambiato vita, dovevo decidere cosa fare della corsa. Deve fare ancora parte della mia nuova vita oppure no? 

Il passatempo di cui sopra è di quelli impegnativi, che vanno coltivati quasi tutti i giorni (o meglio quasi tutte le notti!), con costanza e impegno. Se si vuole mantenere, anzi migliorare, il livello raggiunto, bisogna continuare a spingere, darsi degli obiettivi e per fare tutto questo bisogna essere motivati.

E cosa ho deciso? Ecco non ho ancora deciso. 

So bene che, se smettessi, la corsa mi mancherebbe. Ma allo stesso tempo continuare è faticoso, non sono sicuro di avere più la giusta motivazione. L’alternativa di continuare in modo blando non la prendo nemmeno in considerazione: una cosa o la faccio bene o non la faccio.

E allora? Per il momento vado avanti, senza un piano preciso, in attesa che qualcosa succeda.

Quindi, appena corsa la maratona, dopo l’opportuna settimana di scarica, ho iniziato un periodo di costruzione. In realtà dovrei dire che ho continuato la costruzione, perché fondamentalmente dalla Roma Ostia in poi, ho fatto quello.

Obiettivo del periodo: aumentare i volumi

In progressione, senza esagerare.

Ho attraversato però due mesi di stanchezza, a volte anche correre a 6’-6’30’’/km mi pesava, la maratona non si recupera facilmente. Solo lenti, ma molto lenti, e medi, sempre faticosi, con i battiti che non ne volevano proprio sapere di salire. 

Qualche settimana (poche) ho superato i 100 km, ma sono stato costantemente sotto quello che avrei voluto, perché la motivazione insufficiente mi porta o a saltare qualche allenamento, oppure ad accorciare i lunghi.

A fine giugno poi avevo da tempo in programma una gara. Si trattava del solito appuntamento internazionale, cui avevo già partecipato due volte, Parigi (2014) e Berlino (2015).

Quest’anno ospitava la Grecia, cross di 10 km a Creta.

Così, dalla seconda settimana di giugno, ho inserito un paio di fartlek 200+200, al posto di due medi, una mini-transizione insomma. Non mi sono nemmeno usciti bene, visto il periodo di stanchezza.

Viste le premesse, non mi aspettavo un granché dalla gara, sono andato più per divertirmi con gli amici che per gareggiare. E invece! 

Una delle migliori gare della mia storia agonistica! Sarà stata la settimana di scarico prima o la presenza di due dei miei tre figli a fare il tifo, fatto sta che ho sfoderato una prestazione super. Di cui però, parlerò nella prossima puntata.

Ora mi rituffo nella costruzione in vista di un nuovo probabile impegno per i primi di settembre, che affronterò ancora solo con un’altra mini-transizione.

1 commento:

  1. Quando ho cominciato a leggere questo post, Jonathan, ero sicuro che in serbo per il lettore c'era il racconto (o l'accenno) all'ennesima, nuova, grandissima prodezza! D'altro canto, per quanto mi riguarda è tutt'altro che una sorpresa... sei un Atleta fenomenale!

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