Metà aprile, dopo aver corso la maratona e aver cambiato
vita, dovevo decidere cosa fare della corsa. Deve fare ancora parte della mia
nuova vita oppure no?
Il passatempo di cui sopra è di quelli impegnativi, che
vanno coltivati quasi tutti i giorni (o meglio quasi tutte le notti!), con
costanza e impegno. Se si vuole mantenere, anzi migliorare, il livello
raggiunto, bisogna continuare a spingere, darsi degli obiettivi e per fare
tutto questo bisogna essere motivati.
E cosa ho deciso? Ecco non ho ancora deciso.
So bene che,
se smettessi, la corsa mi mancherebbe. Ma allo stesso tempo continuare è
faticoso, non sono sicuro di avere più la giusta motivazione. L’alternativa di
continuare in modo blando non la prendo nemmeno in considerazione: una cosa o
la faccio bene o non la faccio.
E allora? Per il momento vado avanti, senza un piano
preciso, in attesa che qualcosa succeda.
Quindi, appena corsa la maratona, dopo l’opportuna
settimana di scarica, ho iniziato un periodo di costruzione. In realtà dovrei
dire che ho continuato la costruzione, perché fondamentalmente dalla Roma Ostia
in poi, ho fatto quello.
Obiettivo del periodo: aumentare i volumi.
In
progressione, senza esagerare.
Ho attraversato però due mesi di stanchezza, a volte anche correre
a 6’-6’30’’/km mi pesava, la maratona non si recupera facilmente. Solo lenti,
ma molto lenti, e medi, sempre faticosi, con i battiti che non ne volevano
proprio sapere di salire.
Qualche settimana (poche) ho superato i 100 km, ma sono
stato costantemente sotto quello che avrei voluto, perché la motivazione
insufficiente mi porta o a saltare qualche allenamento, oppure ad accorciare i
lunghi.
A fine giugno poi avevo da tempo in programma una gara.
Si trattava del solito appuntamento internazionale, cui avevo già partecipato
due volte, Parigi (2014) e Berlino (2015).
Quest’anno ospitava la Grecia, cross di 10 km a Creta.
Così, dalla seconda settimana di giugno, ho inserito un
paio di fartlek 200+200, al posto di due medi, una mini-transizione insomma.
Non mi sono nemmeno usciti bene, visto il periodo di stanchezza.
Viste le premesse, non mi aspettavo un granché dalla
gara, sono andato più per divertirmi con gli amici che per gareggiare. E
invece!
Una delle migliori gare della mia storia agonistica! Sarà stata la
settimana di scarico prima o la presenza di due dei miei tre figli a fare il
tifo, fatto sta che ho sfoderato una prestazione super. Di cui però, parlerò
nella prossima puntata.
Ora mi rituffo nella costruzione in vista di un nuovo
probabile impegno per i primi di settembre, che affronterò ancora solo con un’altra
mini-transizione.
Quando ho cominciato a leggere questo post, Jonathan, ero sicuro che in serbo per il lettore c'era il racconto (o l'accenno) all'ennesima, nuova, grandissima prodezza! D'altro canto, per quanto mi riguarda è tutt'altro che una sorpresa... sei un Atleta fenomenale!
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