È già passato quasi un mese e ancora non ho scritto dell’ultima
gara a Creta,
cui avevo fatto riferimento (criptico) nell’ultimo post.
Come detto, si è trattato di un cross internazionale di poco più di 10 km, in
tre giri di un circuito in parte asfalto e parte sterrato in campo di
motocross, cioè sabbia, dossi e tutte curve, il 22 giugno in pieno sole!
Condizioni ideali, si per schiattare, e infatti più di qualcuno è andato via in
ambulanza. 12 paesi rappresentati per circa 130 atleti.
Il mio obiettivo era solo quello di contribuire al
risultato della squadra, l’anno scorso avevamo vinto e anche quest’anno eravamo
ben messi.
C’erano, tra gli altri, l’immancabile Principe, ormai onnipresente nei
miei racconti, e il Marchese, anche lui già citato. E, caso più che mai raro,
due dei miei tre figli, i più piccoli a fare il tifo (si fa per dire).
Dunque riassumendo: caldo porco (anche se ventilato),
percorso duro, avversari forti (girano voci fantozziane sulla presenza di un
nazionale greco). Quindi nessuna velleità di tempo, il ritmo non lo
guarderò mai, partenza prudente e occhio a non surriscaldarsi.
Pronti via, saluto i bambini seduti vicino la linea di
partenza/traguardo, inizio in discesa, i primi scendono a velocità folle (3’30’’/km).
Io li lascio fare e tengo a riferimento ovviamente il Principe e il Marchese
che mi precedono di circa 50 mt.
In fondo alla discesa si entra nello sterrato,
conto chi mi sta davanti: sono dodicesimo. Buona gestione della partenza,
visti i precedenti piazzamenti (12° nel 2014 e 16° nel 2015). Nella polvere del
campo di motocross soffro i continui saliscendi e le curve, si avanza in continue
accelerazioni e rallentamenti. Ma alla fine si esce e ricomincia l’asfalto.
Sono sempre 12°, vedo davanti i miei compagni di squadra. Qui, la gara inizia
però a cambiare: continuando con lo stesso livello di sforzo tenuto
per i primi due km inizio a recuperare su chi mi precede. Supero un inglese e
vedo vicino il Marchese. Mi dico: “vabbè lo prendo e vado con lui”. Detto
fatto, lo affianco, due chiacchiere, ma…non riesco a stare con lui, lo stacco
subito e avvicino un altro atleta.
Primo passaggio sul traguardo: avevo dato
disposizione ai miei figli di dirmi la posizione. Mi urlano nono!
O nonno? (me state a pija per cu..?). Vabbè, più o meno mi torna. Ricomincia la
discesa, in cui decido di recuperare un po’. Ci sono tre punti di ristoro lungo
il percorso, quasi uno ogni km e visto il caldo ce n’è bisogno! Io che in
allenamento e gara non bevo mai, inizio a prendere acqua a ogni ristoro. Un
sorsetto e il resto della bottiglia in testa! Doccia
completa.
Finisco la discesa e inizio a vedere vicino er Principe. Di
nuovo sterrato, ora inizio a sentire la fatica, ma ancora il giusto. Asfalto
again, supero un altro atleta e raggiungo er Principe. Chi mi segue sa che
questa cosa mi era già successa almeno un altro paio di volte in gara, ma poi
alla fine il Principe era sempre ripassato. Con questa consapevolezza in testa
lo supero e vado avanti.
Traguardo: mio figlio urla “settimo”, io gli mostro i muscoli
alla braccio di ferro e ricomincio la discesa. Solita doccia e sono di nuovo
all’ingresso dello sterrato. Vedo ancora i primi. Si sono formati due
gruppetti. I primi due, non vicini tra loro, e molto avanti, poi altri 4
viaggiano insieme, in fila indiana, non lontani da me. Penso: “prima che er
Principe mi raggiunga provo a prenderne qualcuno”. E vado a tutta.
Controllo
dietro: il
Principe è lontano. Fosse la volta buona che lo batto! (in maratona
era arrivato 4 dico 4 minuti prima, ndjo). L’insieme di tutte queste cose mi
gasa, recupero su chi mi precede, supero un portoghese e un greco, finito lo
sterrato vedo vicino uno spagnolo e poco dopo lo raggiungo e supero. Nella mia
testa sono quinto (ma se ero settimo e ne ho superati tre, non dovrei essere
quarto?).
Ultimi 500, sento lo spagnolo dietro ansimare…improvvisamente non lo
sento più! Scoprirò dopo l’arrivo che…non è più arrivato, è uno di quelli
andati via in ambulanza (solo una botta di caldo per fortuna).
Traguardo! Mio figlio sentenzia “quarto!”. “Quarto? Pensavo quinto, sei sicuro?”. “Si,
quarto”. Aveva ragione lui, ovviamente, anche perché se sei settimo e ne superi
tre, arrivi quarto, ma vallo a far capire a un runner al decimo km sotto il sol
leone…
Il Principe arriva settimo, il Marchese decimo, ne
mettiamo altri 3 nei primi 20 ma….come squadra siamo terzi! Quest’anno infatti contano i primi 8 e noi eravamo
in pochi, vincono le due squadre con più atleti. Vabbè pazienza.
Da parte mia, grande soddisfazione, sia per il risultato sia
per la buona gestione di gara. I tre giri vengono in 12'58'',13'28’’ e 13'39''.
Si poteva fare anche meglio, ma vi assicuro che gli altri hanno avuto split
positivi molto maggiori.
Pazzesco, Jonathan, sei un Atleta pazzesco!
RispondiEliminaFormidabile, gara condotta alla grandissima, passo straordinario in condizioni climatiche assurde, recuperi su recuperi, crono finale da urlo... QUARTO ASSOLUTO!
Tantissimi Complimenti, Campione!
Esatto "CAMPIONE"
RispondiEliminaComplimenti.
Ace73
Si notevole come sempre ;) daje
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