La prima gara andata bene mi regala nuovi stimoli per
continuare con ancora più passione. Nonostante la sofferenza finale mi ero
divertito molto. L’agonismo mi piace, mi fa sentire vivo.
Individuo un altro paio di gare a breve, una a Maggio, la “Corri
per il campus” e una a Giugno, sotto casa mia la “maratonina di San Tarcisio” (abitavo
infatti ancora al Quarto Miglio). Continuo così con i tre allenamenti settimanali,
come spiegato qui. Tra le ripetute, inserii anche un 3x2000.
Le cose procedono bene, sento di andare più veloce e penso
di avere un ritmo gara 10km intorno ai 4’20’’, e su quello imposto tutti gli
allenamenti.
Arriva il giorno della seconda gara, la Corri per il campus,
che si corre nella periferia est di Roma, intorno all’università di Tor
Vergata. Il percorso apparentemente facile in realtà è piuttosto ondulato per
via di alcuni sottopassaggi e di una salita proprio prima del traguardo che in
confronto l’Everest sembra un falsopiano! E poi c’è un’altra variabile fondamentale,
il caldo! È l’8 maggio, ci sono quasi 23-24°e un bel sole splendente.
Sono con
un paio di amici, un po’ più forti di me (a quel tempo!) e siamo d’accordo di
farla sui 4’20’’ al km. In realtà partiamo più forte, i primi due km sui 4’10’’.
Mi sento bene, vorrei andare ancora più forte ma uno dei due compagni, il più
esperto, mi tiene letteralmente per la maglia e mi consiglia di aspettare. L’altro
già al 2° km rallenta perché sente che andiamo troppo forte. Essendo in
compagnia non faccio caso ai battiti. Il 3° e 4° km sono un po’ più lenti, sui
4’20’’ e inizio già sentire di non essere più brillante come all’inizio. Inizio
anche a soffrire il caldo.
Al 5° km è leggermente in salita. Tenere il passo
del mio amico e di chi mi sta intorno ora mi viene difficile e quasi senza
accorgermene perdo contatto, ma penso di raggiungerlo nella successiva discesa.
Si si, come no! Soffro il caldo da morire, e manca ancora metà gara.
Alla fine
della salita c’è il rifornimento: prendo una bottiglia, bevo un po’ e il resto
me la verso tutta in testa. Sono già stremato e da dietro arriva il terzo
amico, quello che aveva rallentato. “Annamo Jo”! Tengo il suo passo 200 metri,
poi capisco che non ce la faccio e anche lui se ne va. Il ritmo è calato, anche
in discesa, ai 4’40’’ al km. La salitona finale è un supplizio, ho nausea,
quasi voglio fermarmi. Finisco i 9,7 km in 43’09’’ a 4’27’’/km.
Pur essendo il
mio Personal Best, direi che non sono per niente soddisfatto di come ho
condotto la gara.
Per la prima volta, ma non sarà l’ultima, capisco che 1) partire
troppo forte non è cosa buona; 2) va tenuto conto del caldo, cioè con
sole e temperature alte bisogna partire ancora più piano. Scaricati i dati sul
PC mi accorgo con stupore di aver fatto tutta la gara, dico tutta la gara, a
180 bpm, con punte nel finale alla mia FCmax!!! Veramente demenziale, pago cara
l’inesperienza.
Mi lecco le ferite e continuo gli allenamenti in vista della
gara di Giugno, col solito schema: 3 allenamenti, di cui in lento lunghino, un
progressivo da 10 km e ripetute.
Maratonina di San Tarcisio, 17 Giugno. Caldo torrido.
Stavolta sono più preparato! Sono con un amico, molto più forte e stavolta
saggiamente non lo seguo per niente all’avvio. Punto di nuovo a quello che
pensavo fosse il mio livello dell’epoca, cioè il 4’20’’/km.
Parto in linea con
quel passo per fare una gara regolare. Il problema è che la prima metà gara
sull’Appia Pignatelli è leggermente in discesa, mentre la seconda metà sull’Appia
Antica, in salita. Arrivo al 5° km, salitona di Cecilia Metella, perfettamente
nella media prefissata. Ma da qui in poi è dura e fa caldo per cui soffro e
rallento.
Al traguardo dopo 9,1 km arrivo in 40’18’’, 4’26’’/km. Non era quello
che pensavo, ma pur sempre nuovo PB, anche se di pochissimo.
Conclusioni dopo questo periodo di allenamento: probabilmente
i 4’20’’ ce li avevo, ma non si fanno le gare perfette se non ci sono le
condizioni metereologiche giuste. In questi casi, si corre per la posizione non per il tempo. Da aprile a giugno avevo ancora migliorato
(forse) ma probabilmente i tre allenamenti iniziavano a non darmi più lo
stimolo necessario.
Nella fase successiva cambierò metodo, ma lo racconterò nel
prossimo post di flashback.
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