Ore 4.30, drrrr drrrr drrr, spengo la sveglia che vibra
senza suoneria.
Sono in piedi, un automa, ho ancora gli occhi chiusi, cerco gli
occhiali tastando al buio, ma a cosa mi servono al buio? Eccoli. Ora i vestiti,
preparati ieri, ma da scegliere in base al meteo. Guardo fuori, non piove, il
termometro segna 8°, azz ha rinfrescato. Allora doppio strato oggi, termica e
maglia tecnica pesante. Poi collant, calzini, berretto, guanti e scarpe.
Leooo,
leooo. Leo ancora dorme, di solito è lui che mi chiede di uscire, oggi lo devo
svegliare. Si stiracchia, è pronto. Indosso la fascia e il gps, prendo chiavi,
sacchetti per la cacca, giubbotto e siamo fuori.
Il riscaldamento è diventato
la passeggiatina mattutina nottutina con Leo. Certo si va a sprazzi,
perché ogni tanto deve fare la pipì e una volta ci dobbiamo proprio fermare per
il “grosso”. Una specie di ripetute da 10-15 mt, recupero al passo. Si, perché
quando riparte, tira, quindi devo scattare.
Ecco siamo a casa, lascio Leo, che
con gli occhi tristi mi fa capire che verrebbe volentieri con me, ma per le
strade non lo porto più, da quando l’hanno investito.
Finisco velocemente il riscaldamento e mi metto al passo.
Oggi ho corsa lenta, devo recuperare le ripetute di ieri (giovedì, ndj). Che
ascolto, radio o audiolibro? No, ho troppo sonno, non riuscirei a stare
concentrato su un libro, vado di radio, così i pensieri possono scorrere
liberi.
Oggi devo preparare quella riunione, ma anche prenotare
il viaggio a Bruxelles. Mi sa che aspetto ancora un po’ a farlo, l’aeroporto
non ha ancora riaperto. Di rischiare non ho paura.
Un’occhiata ai battiti, 120,
bassini, non carburo stamattina stanottina, ma va bene così, saliranno
più avanti.
Il rullo dei pensieri continua a girare vorticoso. Devo controllare
che mi abbiamo allacciato la corrente a casa nuova, iniziare a fare gli
scatoli, ordinare la cucina. Dopo il lavoro ci andrò.
Adesso ho caldo, mi sono
vestito troppo lo sapevo, sempre così. Sono passati già 4 km, il passo si è
assestato su 5’30’’/km, mi va benissimo, mi viene facile, quello che occorre.
Sul rullo ora passa la maratona: devo fare almeno un lungo per Pasqua, mi
piacerebbe tentare 38 km, magari con finale in progressione. Certo sono al
limite, è tanto tempo che non mi alleno più di due ore e mezza, ma ormai
mancano solo due settimane. Avrei avuto bisogno di più tempo, per arrivarci in
progressione. Pazienza, faremo lo stesso. Il ritmo gara? Boh! Sto con i
palloncini delle 3 ore? Tu sei scemo! Sto con Robertino? Ecco già meglio, ma se
lui sta con i palloncini? Farà caldo? In questi giorni si sta ancora bene.
I km sono diventati 8, il passo è sempre quello, lo sto
guardando da un po’ e dice sempre 5’29’’, si è rotto? E’ fermo? No i metri
vanno avanti, sto andando regolare. I battiti 123-125 adesso.
Ultimi giri di rullo. Quel ragazzino che dà fastidio a
Vale, devo parlare con il padre. Ma tanto a che serve, purtroppo deve imparare
a cavarsela da solo.
Fermo il rullo, ora. Mi ha stufato. Voglio stare un po’
con me, davvero. Sta albeggiando, è quel momento magico, che dura meno di un
minuto, in cui si passa dalla notte al giorno. Lontano vedo i castelli, con le
loro migliaia di lucine. La luce nuova dà loro un aspetto diverso, fantastico.
Sono a casa, lap, 13 km, basta così. Mi rimetto la maschera, e mi porto le
altre nello zainetto, le luci del palco si stanno accendendo, tra poco sono in
scena.
Bellissimo... una corsa nello spazio (la strada), nel tempo (la giornata), nell'io (le emozioni). E Leo, il compagno fedele, l'affetto incondizionato. Buona giornata Jonathan, non potrebbe essere diversamente
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