Sono arrivato a raccontare del periodo di grande forma di
fine inverno 2012, in cui avevo stabilito i miei nuovi PB su mezza e 10km, ma
proprio qualche giorno prima del 10km del 1° Aprile avevo iniziato ad avvertire
un fastidio ai tendini tibiali. L’euforia del primo sub 41’, però, non mi aveva
aiutato ad ascoltare i segnali negativi provenienti dal corpo che indicavano che
era arrivato il momento di recuperare.
Tutto il contrario, non tenendo proprio in considerazione il
fastidio ai tendini, addirittura la settimana successiva alla gara inizio ad
allenarmi 6 volte! Come detto, potevo sfruttare la pausa pranzo, per cui non
avevo nemmeno ostacoli alla folle scelta.
Nei primi allenamenti, ovviamente lenti, il fastidio c’è ancora,
ma dopo qualche chilometro mi lascia abbastanza in pace. Faccio un lungo, il
sabato, programmato in progressione, che non riesce per niente, anzi è una
regressione. Salite il lunedì.
Fin qui non mi ero ancora accorto di niente.
Cosa mi stava succedendo inizia a diventare più chiaro il martedì, dieci giorni
dopo la gara. Avevo un semplice lento (che all’epoca non era così lento). Da
subito mi sento stanco, ho male ai tendini come al solito e il cardio mi segna almeno 10 battiti in più del normale. Ho
anche una forte tosse.
Il mercoledì, vai con le ripetute. Ovviamente non andavo
come al solito e avevo male. A questo punto, molto tardivamente, decido di
fermarmi qualche giorno, per vedere se l’infiammazione passa. 3 giorni di
riposo assoluto. Rientro il martedì successivo con un lento. Battiti alle
stelle, fastidio ancora ai tendini: risultato, al 6° km mi fermo e me ne vado
sotto la doccia.
Imparai tempo dopo che tutto questo fenomeno ha un nome: si
chiama sindrome da sovrallenamento. Arriva di colpo, quasi da un giorno all’altro.
Le prestazioni scadono notevolmente e si è esposti a ogni tipo d’infortunio e
anche malattia. Nel mio caso, quasi da un giorno all’altro le prestazioni
degradarono di circa 15’’/km!!! E avevo il problema ai tendini.
Perché si va in sovrallenamento? Semplice: troppa intensità,
senza il necessario recupero. In quel periodo i miei lenti erano troppo veloci,
40-50 secondi sopra il ritmo gara 10km e quindi anche fare un lento al posto di
un riposo generava molta più intensità. Quanto ci vuole per recuperare: mesi!
In pochi giorni si butta via il lavoro di mesi e ci vogliono ancora mesi per
uscirne!
In quel momento non sapevo niente di tutto ciò, quindi
cercai di andare avanti, perché in una decina di giorni dovevo correre la “mia”
Appia Run. La seconda partecipazione alla mia gara d’esordio fu naturalmente disastrosa.
Secondo il tempo fatto meno di un mese prima ai Granai, avrei dovuto correre l’Appia
Run agevolmente in 54-55 minuti, ben sotto i 58’ e rotti dell’esordio un anno
prima.
Durante il riscaldamento il solito fastidio ai tendini, poi
parto e fino al 5° km non vado male, in linea con l’obiettivo dei 54’. Ma già
dentro il parco verso il 7° km inizio a essere superato e a sentirmi stanco.
Bruttissimo segno. Sulla salita del 10° km, in una giornata molto calda, il
botto! Vado sopra i 5’/km e mi superano in tanti. Sull’ultima salita a 2 km
dalla fine non ce la faccio più, ho voglia di fermarmi, per la prima e ultima
volta in una gara penso al ritiro. Per fortuna ero quasi arrivato: finisco stanco,
deluso, triste in 58’ e pochi secondi, solo una ventina di secondi meglio dell’anno
prima (quando appena un mese prima, nel 10km avevo tolto 4’ rispetto l’anno
prima). Questo dà l’idea di cosa significhi andare in overtraining.
Dopo l’Appia Run decido saggiamente di ritornare a quattro
uscite settimanali, ma ci vorrà più di un mese prima che il dolore ai tendini
scompaia definitivamente e la velocità inizi a migliorare di nuovo.
Tutto maggio quindi dovrò combattere col fastidio e
prestazioni scadenti.
A Giugno finalmente inizio ad andare meglio e a metà mese
corro di nuovo la maratonina di S.Tarcisio (9,1 km), finendo 90° su 577
partecipanti a 4’15’’ di media al chilometro. Quindi 11 secondi al km meno dell’anno
precedente. Soddisfacente, ne ero faticosamente uscito.
Sempre più avvincente...! A parte le innegabili doti di grande atleta, anche come scrittore te la cavi benissimo: hai trovato il modo di raccontare la tua carriera podistica in maniera talmente coinvolgente che ho tirato un sospiro di sollievo quando finalmente a giugno sei uscito dall'overtraining! Complimenti, davvero.
RispondiEliminaGrazie Andrea, mi fa piacere che a qualcuno interessi
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