mercoledì 2 dicembre 2015

Piriforme o borsite? Contrattura o crampi?



Bollettino medico: il vostro affezionatissimo scricchiola vistosamente, ammorbato da ben due patologie contemporaneamente (oltre quella cronica di tipo psichiatrico, che avrete intuito leggendo queste insulse pagine). 

Il post è corposo, assumere con moderazione.

1) Femorale destro: come raccontato all’ultimo km della run for autism di domenica scorsa ho avvertito un forte dolore al muscolo in oggetto che mi ha quasi fatto fermare. 

La prima diagnosi (mia) era: contrattura. Oggi, dopo alcune uscite veramente blande (la prima a 7’/km!!!) ho il dubbio che fosse un crampo. 

Si tratta di due fenomeni piuttosto simili: il crampo è uno spasmo della muscolatura involontario, improvviso e doloroso (fitta acuta) dovuto a un'eccessiva perdita di sali minerali (beh domenica faceva talmente freddo che non ho quasi sudato, escluderei) o da problemi di circolazione (questo, visto il freddo e quindi la relativa vaso restrizione, ci sta). Il muscolo subisce il crampo quando, saturo di acido lattico (e questo non mancava!), non riceve più la quantità d'ossigeno e sali minerali necessari a permettere l'estensione delle fibre muscolari, rimanendo contratto e provocando dolori acuti e localizzati nella zona del muscolo. 

La causa può essere la fatica: infatti spesso i crampi si verificano durante o subito dopo un'intensa attività fisica che provoca un'abbondante sudorazione (beh no). Solitamente si manifestano alle gambe, soprattutto al muscolo del polpaccio.

La contrattura muscolare è invece una contrazione involontaria, insistente e dolorosa di un muscolo, che si presenta rigido e l'ipertonia delle fibre muscolari è apprezzabile al tatto. 

La contrattura è di per sé un atto difensivo che insorge quando il tessuto muscolare viene sollecitato oltre il suo limite di sopportazione fisiologico (beh sollecitato era sollecitato). L'eccessivo carico innesca un meccanismo di difesa che porta il muscolo a contrarsi. Le cause predisponenti possono essere di natura meccanica e/o metabolica in qualche modo correlate ai seguenti fattori:
  • mancanza di riscaldamento generale e specifico (no, mi ero scaldato a sufficienza);
  • preparazione fisica non idonea (no);
  • sollecitazioni eccessive, movimenti bruschi e violenti (si, anche perché c’erano tante curve a radicchio e discese ripide);
  • problemi articolari, squilibri posturali e muscolari, mancanza di coordinazione (no).
La contrattura è la meno grave tra le lesioni muscolari acute poiché non causa alcuna lesione anatomica alle fibre. Ciò che si verifica è semplicemente un aumento involontario e permanente del loro tono.

Ora, in passato ho avuto i classici crampi ai polpacci alla fine di una partita di calcio, quindi so bene che sono molto dolorosi e che passano in fretta facendo stretching. La sensazione domenica era leggermente diversa. Poi nei giorni seguenti, il dolore è rimasto al femorale destro ma è comparso anche al sinistro (tipo DOMS), in cui sicuramente non ho avuto crampi. 

Concludendo, propenderei ancora per le contratture dovute principalmente al freddo e innescate dal percorso nervoso, anche se il dubbio crampo rimane. 

In ogni caso il manuale del buon podista prevederebbe “riposo assoluto dai 3 ai 7 giorni”. Ma voi sapete che invece io seguo il mio protocollo: punto 1, riesco a correre i lenti previsti in questa settimana di scarico? Si; punto 2a, sta peggiorando? No, anzi migliora. Allora posso continuare ad allenarmi.

2) Anca sinistra: da una decina di giorni ho un fastidio diffuso tra anca, gluteo e a volte anche quadricipite. Mi fa male, soprattutto dopo gli allenamenti impegnativi, quando salgo (sento come se non avessi la forza per salire) o scendo le scale (subito dopo l’appoggio, nella fase di sollevamento del piede).

So bene come mi sono infortunato: era la settimana dopo la mezza di Fiumicino, avrei dovuto scaricare, solo lenti fino almeno al martedì successivo. Ma ero uscito dalla gara, nonostante l’exploit, senza DOMS e per niente scarico. Già il giovedì sentivo di poter affrontare un allenamento impegnativo, così imprudentemente il venerdì mi sono lanciato in un medio a FM1, che vuole che sia signora, andare a 4’25’’ dopo una mezza a 3’48’’? 

E invece fin dall’inizio sentivo l’andatura faticosa, tanto che dopo 30’ ho iniziato a pensare di trasformare il medio in un lento. Poi ho insistito altri 10’ e prudentemente ho proseguito piano. E per fortuna! Se avessi continuato, sarebbe stato anche peggio, il giorno dopo mi sono trovato questo bel regalino all’anca. 

Da cui si conferma una delle regole principali della corsa: “nel dubbio, sempre meglio un po’ di meno che un po’ di più”. Va bene, capito, ci sono cascato per l’ennesima volta, siamo umani. 

Si ma cosa ho? Anche qui due ipotesi: a) borsite trocanterica; b) sindrome del piriforme;

La trocanterite o borsite trocanterica è un’infiammazione della borsa sierosa del gran trocantere del femore e dei tendini limitrofi. I tendini che si inseriscono sul gran trocantere (tuberosità situata all’estremità prossimale del femore) sono: tendini dei muscoli pelvi-trocanterici (piriforme, otturatore interno, gemelli superiore e inferiore, quadrato del femore) e dei muscoli piccolo e medio gluteo.
Trocanterite2
Nel corpo umano si contano più di 150 borse, in cui è contenuta una piccola quantità di liquido sinoviale che agisce da lubrificante. L’infiammazione della borsa causa dolore durante il movimento. 

Le principali borse dell’anca sono: quella del muscolo ileopsoas, del gran trocantere e quella ischiatica. La borsa del gran trocantere è localizzata tra l’omonima tuberosità ossea, i tendini dei muscoli glutei (grande, medio e piccolo) e il tensore della fascia lata.
La borsite può colpire soggetti sportivi o sedentari, nei quali si verifichi un’ipersollecitazione del compartimento laterale della coscia con, spesso, presenza di fattori predisponenti quali un’eccessiva pronazione (non è il mio caso). 

L’infiammazione può essere determinata da un trauma contusivo per caduta laterale sulla coscia (portieri, pattinatori), da microtraumi ripetuti e sovrallenamento (tana!!!). 

È presente dolore in corrispondenza del gran trocantere, con dolorabilità nella presso-palpazione di tale sporgenza ossea del femore (zona laterale alla radice della coscia) (ce l’ho). Il dolore può irradiarsi distalmente al ginocchio (ce l’ho) fino alla caviglia (mai fino al piede) o prossimalmente verso il gluteo (ce l’ho). Peggiora alzandosi dalla posizione sdraiata o seduta (ce l’ho), diviene ingravescente durante la deambulazione e lo sport (ce l’ho). 

Come si cura? Dal manuale del buon podista: “riposo assoluto 15 gg, con terapia farmacologica (antinfiammatori); terapia infiltrativa (cortisonici e anestetici); terapia fisica (tecar, laser, ultrasuoni ed eventualmente onde d’urto in caso di calcificazioni (bombe atomiche no? ndjo); trattamento riabilitativo (stretching e/o rinforzo muscolare mirato, rieducazione al gesto atletico, ginnastica posturale, valutazione osteopatica); uso di plantari su misura.
La sindrome del piriforme, già probabilmente avuta in passato, riguarda il muscolo pelvi-trocanterico (il piriforme appunto), che origina dalla pelvi a livello dell’osso sacro, e si inserisce al margine superiore del grande trocantere del femore. 

Durante il suo decorso prende contatto con il nervo sciatico (detto anche ischiatico), che può essere localizzato anteriormente al muscolo o, nel 15% dei soggetti, all’interno del ventre muscolare stesso. 

Per sindrome del piriforme si indica un disturbo doloroso che compare quando il muscolo piriforme, per i citati rapporti anatomici, infiamma il nervo sciatico a livello del gluteo, a causa di una contrattura o di uno stiramento del  muscolo. 

Ciò determina una sintomatologia simile alla sciatalgia da ernia del disco, con dolore al gluteo (ce l’ho) e alla parte posteriore e/o laterale della coscia (ce l’ho), talvolta anche della gamba, accompagnato da formicolii e intorpidimento dell’arto inferiore corrispondente (non ce l’ho). 
A causa dell’inserzione al grande trocantere, può anche determinare infiammazione al tendine del muscolo con insorgenza di trocanterite (cioè le due patologie possono essere legate). 

La contrattura o stiramento del muscolo piriforme possono essere dovuti a traumi o microtraumatismi ripetuti con importante sovraccarico (ecco appunto), ad alterazioni posturali, a iperlordosi o scoliosi lombare, a eterometria degli arti inferiori, malattie infiammatorie della pelvi e dei visceri contenuti, eccessiva pronazione. 

Anche per questa casistica il manuale del buon podista consiglia lo stop assoluto dall’attività sportiva e svariate cure.
Non farò niente di tutto questo, e qualsiasi cosa sia (borsite o sindrome del piriforme), di nuovo applicherò il mio protocollo: punto 1, riesco a correre rispettando il piano? Si; punto 2a, sta peggiorando? No, è stabile da 10 giorni. Allora posso continuare ad allenarmi.
Vi terrò aggiornati.

6 commenti:

  1. Urca mai piu a villa glori mi raccomando :-) Ci andavo ad allenarmi quando ero giovane, un circuito bello tosto. Mi vennero delle belle tendiniti ma ancora non conoscevo rjo e facevo la meta dei chilometri che faccio oggi.

    Rosco

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  2. ciao, ho scoperto il tuo blog cercando "borsite trocanterica" :-)
    quindi immagina come sto, è quasi un mese che mi porto questo dolore-fastidio che si trova nel gluteo in alto, dal trail dei due laghi - natalina... che sto fermo e facendo tecar... correndo posso correre, ma ho paura di peggiorare ( non me lo sento di seguire il tuo protocollo )

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  3. Ciao,
    nel mio caso alla fine è andata via eliminando un paio di scarpe sospette. Appena tolte, in pochi giorni, sempre senza fermarmi, ho risolto. In bocca al lupo!

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  4. Anche io sono a letto con un dolore immenso al lato coscia dx. Mi impedisce ogni movimento. Pare essere borsite trocantero. Ma è possibile faccia così male da non potermi muovere?

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  5. Addirittura a letto! Come ti sei infortunato?

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