venerdì 11 dicembre 2015

Traballo ma non mollo



Nel mezzo del cammin della nostra specifica, mi ritrovai alquanto acciaccato.

L’anca ancora si fa sentire durante il giorno, anche se non impatta negativamente sugli allenamenti; la contrattura al femorale invece annuncia la sua presenza solo quando aumento decisamente il ritmo di corsa.

Aggiungo pure che nelle due settimane che hanno seguito l’ultima gara è emersa anche una stanchezza generale che ancora non vuole passare.


Tutti i sintomi del “sovrallenamento” insomma. Poiché li conosco, sto cercando di assecondare il corpo che ha bisogno di recuperare.

La settimana dopo la gara, quindi, solo corsa lenta, i primi giorni anche a 7’/km, poi piano piano a ritmi più veloci, fino ai 5’/km del lungo di domenica.
Quando fatichi anche ad andare a 6’/km, ti rendi conto di quanto hai tirato la corda.

Martedì 8, primo allenamento più intenso: ho optato per un FM1. Non è uscito né veloce né facile come succedeva in costruzione, ma lo sapevo già.

Oggi, secondo giorno intenso (in mezzo solo lenti, ovviamente): avevo scelto di ricominciare a spingere ma in modo soft, passo maratona (ideale ovviamente). 

Quindi stamattina mi sono presentato davanti al muro della realtà per un bel 3x4000 a 4’/km rec 400 lenti

Solo che appunto il muro della realtà ha fatto il suo mestiere, di farmi scendere dal pero. Primo km della prima ripetuta a 4’15’’ (immaginate l’espressione basita del volto al rilevamento, il pensiero era del tipo “cazzo succede?  Ho spinto!”). Poi gli altri 3km più o meno a 4’/km, per un totale della prima ripetuta a 16’20’’. Vabbè, mi dovevo scaldare, adesso alla seconda vedete. Si certo. Primi 3 km più o meno a 4’/km, al quarto la realtà ha di nuovo chiesto il conto. Risultato 16’30’’. Vabbè facciamo st’ultimo giro (piccato). Passo ai 500 in 2’20’’ e quindi lascio perdere, finisco con 20’ di lento nella doccia, deluso. 

Conclusioni, ripetere prima dei pasti: “sono stanco. Devo recuperare. Abbi pazienza. Amen.”

3 commenti:

  1. E meno male che sei stanco...! A parte tutto, Jonathan, la presa di coscienza di un momento di stanchezza è anch'essa indice di crescita nel processo di maturazione di un grandissimo atlata come te. Saprai gestire questa fase al meglio e sarai ancora più forte!

    RispondiElimina
  2. hahaha il muro della realtà è bello antipaticuccio e tutti ci dobbiamo fare i conti. Il nostro ego ci vorrebbe mai stanchi e invincibili.
    Rosco

    RispondiElimina
  3. eh, quando le cose vanno bene, si pensa che si può migliorare per sempre, in modo costante. Invece ci sono alti e bassi....

    RispondiElimina