Riprendo, dopo la pausa vacanziera, i post di flash back.
L’ultima volta ho descritto l’estate 2013, inizio della costruzione aerobica
dopo uno stop di un mese.
I test mi danno in miglioramento, ma non
correndo mai veloce (solo lenti e medi) non ho riferimenti. La prima gara della
mia terza stagione agonistica e di
nuovo il Corricolonna. L’avevo già fatta l’anno prima e mi era piaciuta per organizzazione e percorso.
Il periodo non è da Personal Best e nemmeno l’altimetria. Però ho il
riferimento dell’anno precedente, non tanto il tempo (che è molto influenzato
dalla temperatura) quanto il piazzamento. L’obiettivo stavolta è verificare
dove sono rispetto all’anno prima. I test mi dicono che sono migliorato. Ma
bisogna verificarlo in gara.
La giornata è calda ma non troppo (23° coperto), migliore
all’apparenza della volta precedente (27° soleggiato). Per la prima volta, la
società mi fa avere un pettorale basso, così che posso partire avanti,
nella griglia dei top runner!
Per pudore non mi metto proprio in prima fila e
al via mi superano praticamente tutti…Voglio partire tranquillo, ormai anche
l’esperienza è da top runner (si, certo), e mi lascio sfilare, prendendo un
passo di poco sotto i 4’/km. Verso la fine del primo km do un occhio
all’orologio per vedere se sono nel range giusto di frequenza cardiaca (le
ultime 10km tra 173 e 175 bpm) e sorpresa sorpresa leggo
un bel 180!
Frenata tipo apparizione dell’autovelox, con quasi tamponamento di
chi mi segue condita da qualche imprecazione…La mia FCmax è 183 bpm, non posso
certo ricadere nell’errore di iniziare a 180. Eppure non stavo faticando
troppo, boh.
Riprendo un ritmo decente e subito i battiti risalgono. Cerco di
tenerli sotto controllo, ma non riesco a scendere sotto i 177. A questo punto
devo decidere se andare molto piano rispetto le aspettative (sarebbe la scelta
della saggezza, da top runner) o rischiare e continuare così. Cosa ho scelto?
Ovvio, rischiare.
Dal 3° km in poi inizio a fare l’elastico con un runner (esperto) che conosco
di vista e questo mi aiuta a tenere uno sforzo abbastanza costante. Dopo metà
gara e svariati saliscendi, a quel ritmo inizio a faticare, però resto
ingaggiato col tizio.
Siamo alla fine, pur correndo a frequenze altissime (picchi a 183…), ho tenuto. Sono ancora spalla a
spalla col tipo. Stavolta, mi dico, voglio vincere lo sprint. Vai deciso.
Conosco pure il percorso, so dove lanciarmi. Dopo l’ultima curva, discesa
finale, c’è il traguardo. Partirò lì. Vai. Parto, lo stacco, non lo sento più,
vedo il gonfiabile. Anzi no, ne vedo due! Chiudo e riapro gli occhi, sono
proprio due. Non l’avevo notato in partenza. Quale sarà l’arrivo? Scelgo il
primo, deve essere quello per forza. Quindi accelerata finale, il tipo sta
rinvenendo. Sono vicino al gonfiabile e riesco finalmente a leggere:
“Partenza”! Noooo, era l’altro. Ma ho sparato tutto, devo fare altri 50mt e non
ne ho più, rallento vistosamente e il tipo mi svernicia facilmente. Niente, gli
sprint non sono per me.
Guardo il crono, 39’26’’ per 10 km esatti e certificati fidal. Non
è personale, ma non molto più alto. 1’40’’ circa in meno rispetto all’anno
prima. Ma la cosa più importante è la posizione: 74° su 1304 e
premio di categoria (seconda volta). L’anno prima ero stato 142° più o meno con
gli stessi partecipanti.
Conclusione: il miglioramento c’è stato. La costruzione sta
funzionando, posso continuarla almeno fino alla mezza di Fiumicino, seconda
gara in programma.
Una settimana di scarico, con solo lenti e uscite più
corte. Poi ancora costruzione. Lenti, molto lenti, un medio e un fartlek a
settimana. Il lungo la domenica diventa sempre più lungo, inizio a superare i
30 km! A ottobre stabilisco il mio record di km, tuttora imbattuto, 416!
Sono pronto per la mezza di Fiumicino. Vengo dal
personale di 1h26’ alla Roma Ostia. Mi piacerebbe puntare ai 4’/km (1h24’), ma
non ho mai corso a quella velocità, se non nella gara di Colonna e nei tratti
veloci dei fartlek (ma sono solo 200 mt per volta). Mi sembra di rischiare
troppo, però i test mi dicono che dovrei esserci.
L’esito trionfale o catastrofico alla prossima puntata.
PS: perché quelle frequenze cardiache così alte a
Colonna. Credo per due motivi. 1) Faceva caldo e già questo da solo è un
fattore che fa stare più alti. Però avevo già corso col caldo e mai così alto
(senza scoppiare subito); 2) la costruzione aerobica: allenando le fibre lente
ho iniziato a produrre meno lattato a tutte le andature. Questo mi consente di
sostenere più a lungo frequenze più alte.
Penso hai fatto una buona gara... bravo!!
RispondiEliminaPer quanto tempo dovrà durare la costruzione? se non ho capito male é già dall'anno scorso che la fai....
Per la FC alta, tu dici che potrebbe essere merito della costruzione aerobica..... ma io so che con l'allenamento dovrebbe diminuire a parità di sforzo.... secondo me ha piu a che fare col caldo
ciaoooo
Anche io credo la frequenza cardiaca sia stata condizionata dal caldo... ma caspita, quanto l'hai tenuta intorno ai 180! Risultato davvero ottimo il 39'26" alla CorriColonna, Jonathan! Sono curioso di sapere alla Mezza di Fiumicino... non resta che aspettare il prossimo racconto ;)
RispondiEliminaNo la costruzione l'ho interrotta due mesi in primavera e cmq nell'inverno scorso l'avevo fatta in modo atipico...
RispondiEliminaLA FC alta sicuramente dipende in parte dal caldo. Ma anche dall'allenamento aerobico, che come dici bene la fa diminuire a aparità di sforzo MA consente proprio anche di correre a FC più elevate perché lo sforzo (i.e. lattato) percepito è minore.